Post Covid-19: Parità di genere ed inclusione per la trasformazione del Paese

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Political and social notes

Prendendo l’avvio dalla recente pubblicazione del Rapporto annuale Istat e dalle dichiarazioni di Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale per gli studi e la valorizzazione dell’area sociale, nell’articolo si trattano i legami tra i temi Covid-19, disuguaglianza e genere. Lo scopo è riflettere sull’inasprimento delle situazioni di svantaggio femminili (soprattutto occupazionali) e focalizzare l’attenzione sull’importanza di interventi che assicurino una ripartenza anche per tutte.

In occasione della recente presentazione del nuovo Rapporto Istat, Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale per gli studi e la valorizzazione dell’area sociale, ha sottolineato quanto l’arrivo del Covid-19 abbia portato un peggioramento della situazione delle donne e dei giovani, soprattutto per il sovrapporsi di nuove disuguaglianze alle precedenti situazioni di disagio o di ritardo nell’ottenimento dei diritti fondamentali. In effetti, la pandemia e i provvedimenti governativi attivati per contenere il rischio di contagio nella popolazione hanno anche arrestato molti percorsi personali e sociali di emancipazione. Tra le più colpite si contano certamente le categorie che in fase pre-emergenziale scontavano già situazioni di diritti compromessi e di un complessivo stato di disagio, come il genere femminile. Per le donne infatti il lockdown e le limitazioni agli spostamenti hanno comportato nocumenti a livello occupazionale, familiare e relazionale (Maglia, 2020). Il tema è stato affrontato anche nel corso degli Stati generali, a partire dal Piano Colao in cui la parità di genere è posta quale asse di rafforzamento per la trasformazione del Paese. Nel Rapporto Iniziative per il rilancio Italia 2020-2022, difatti, tra i tre assi di rafforzamento per la trasformazione del Paese trovano posto anche la Parità di genere e l’inclusione, tra l’altro per assicurare anche alle donne un posto nello sviluppo della vita economica e sociale.

Alla luce di ciò nel prosieguo si tratta il legame tra Covid-19, ineguaglianze e genere, chiarendo anzitutto a che punto l’Italia si colloca rispetto ai tre vettori economico, territoriale e generazionale, sui quali secondo il Comitato di esperti citato è cruciale intervenire per promuovere un’accelerazione allo sviluppo economico e sociale del Paese. Nelle conclusioni si ragiona sull’opportunità di interventi massivi e multisettoriali anche per la ripartenza anche di tutte.

Disuguaglianze economiche, territoriali e generazionali: la situazione italiana

 La pandemia Covid-19 come è noto ha comportato una serie di blocchi all’attività professionale e alla circolazione di ciascuno, ma, nel caso delle donne, si è tradotta anche in un freno al percorso di emancipazione da un modello del tipo male breadwinner/female caregiver (Blaskò et al., 2020). In proposito, si pensi ad esempio che durante il lockdown la preparazione dei pasti ha coinvolto l’82,9 per cento delle donne contro un equivalente maschile del 42,9 per cento (Istat, 2020a). Ragionando in termini più generali, riprendendo il Rapporto Iniziative per il rilancio Italia 2020-2022 citato nell’introduzione, è nel riferimento alle “disuguaglianze economiche, territoriali e generazionali” (pagina 3) che si può cogliere bene il nucleo degli effetti di genere della pandemia Covid-19.

Dal punto di vista economico, infatti i dati sul mercato del lavoro pubblicati dall’Istat a giugno mostrano che, tra marzo e aprile 2020, le conseguenze occupazionali per Covid-19 sono state molto più marcate per le donne. La diminuzione dell’occupazione coinvolge infatti più il genere femminile (-1,5 per cento, pari a -143.000 unità) rispetto all’equivalente maschile (-1,0 per cento, pari a -131.000 unità) e anche le persone in cerca di lavoro diminuiscono maggiormente tra le donne (-30,6 per cento, pari a -305.000 unità) rispetto agli uomini (-17,4 per cento, pari a 179.000 unità). A fronte di una situazione di questo tipo, il rischio evidente è un inasprimento futuro di fenomeni già preoccupanti in epoca pre-emergenziale come il gender pay gap (divario retributivo a parità di lavoro e di responsabilità) e la violenza economica (controllo delle spese ed esclusione dalla gestione del patrimonio). In proposito si pensi ad esempio che, nonostante in Italia il gender gap abbia ormai raggiunto un certo contenimento nel settore pubblico, nel settore privato supera tuttora il 20 per cento (Eurostat, 2018, Gender pay gap highter in the provate sector) e, in caso di libera professione, lo scarto raggiunge i 15.000 euro nella fascia di età tra i 40 e i 50 anni (AdEPP, 2019, Rapporto sui redditi dei professionisti italiani). In più in Italia, secondo le rilevazioni del Cnel, già il 17 per cento delle donne che lavorano non aveva un conto corrente proprio né accesso al credito e, ora, l’accresciuta esposizione alla disoccupazione per Covid-19 rischia di inasprire i limiti alla libertà di scelta e di auto-determinazione. Oltre a ciò vi è il rischio di innescare una contrazione dell’imprenditorialità femminile già limitata (in Italia tra gli imprenditori la proporzione F/M è di 5/10, mentre ad esempio in Canada è 8/10 (Lewis-Frayne et al., 2020)) e di dissuadere nelle prossime generazioni l’effetto traino che risulta avere una forte componente di identificazione di genere (Colombelli A. et al., 2020, Pulling Effects in Migrant Enterpreneurship: Does Gender Matter?).

Dal punto di vista territoriale, poi, sono noti i livelli pre-Covid-19 di svantaggio del Sud, con il 10,3 per cento delle famiglie in povertà assoluta (contro una media nazionale di 6,9 per cento), una spesa mensile media inferiore di 765 euro rispetto al Centro-nord e solo il 40 per cento di persone soddisfatte della propria posizione economica, contro l’equivalente del 60 per cento registrato al Centro-nord (Istat, 2019). Ciò vale soprattutto per le donne, che al Sud hanno una probabilità di essere a rischio di povertà di 2,5 volte maggiore, anche per i tassi di occupazione che, nel Mezzogiorno, sono la metà rispetto al Nord, con valori ad esempio pari al 31,5 per cento in Sicilia e al 69,8 per cento in Trentino Alto Adige (WeWorld, 2020). Ora, gli effetti dei provvedimenti per Codid-19 hanno inasprito il divario illustrato anche in termini molto significativi, soprattutto rispetto all’occupazione non regolare che determina ulteriori fattori di fragilità economica ed è più elevata nel Mezzogiorno e tra le donne (secondo il Rapporto annuale Istat, le occupate non regolari sono oltre 1,1 milioni). Così pure saranno gravi gli effetti della crisi stagionale del settore turistico, i cui lavoratori sono più presenti nel Centro-Sud nel 52,2 per cento dei casi e per lo più di genere femminile, fino al 45,5 per cento (Istat, 2020b).

Dal punto di vista generazionale, infine, è tanto consistente l’incidenza del fenomeno NEET in Italia (prima in Europa con livelli del 28,7 per cento secondo Eurostat), soprattutto per il genere femminile (tra i giovani nella fascia 15-29 anni, il 63 per cento delle ragazze è inattivo contro il 53 per cento dei ragazzi), da preoccupare altrettanto sapere che, secondo le rilevazioni Istat citate, in termini di distribuzione per età, tra le attività sospese è risultato interessato il 47,8 per cento della forza lavoro under 30, per un totale di oltre 1 milione di occupati, con percentuali e valori massimi rispetto alle altre fasce di età e soprattutto nei settori dell’alloggio e della ristorazione dove i contratti sono più frequentemente non standard e dove le possibilità di rinnovo non sono certe. In più, il Rapporto annuale Istat insiste sui rischi della innescata diminuzione delle probabilità di ascesa sociale, soprattutto per il genere femminile. Infatti, se nelle ultime quattro generazioni le donne hanno avuto flussi di mobilità maggiore, le giovani hanno subito un peggioramento delle possibilità di ascesa che sarà probabilmente aggravato anche per gli elementi economici sopra-detti.

Iniziative post Covid-19: necessarie e multi-settoriali

Gli elementi sopra-riportati informano da un lato sulla portata della pandemia sulle diseguaglianze pre-esistenti e, d’altro lato, attestano le necessità di intervento sollevate anche nel Piano Colao e in occasione della recente presentazione del Rapporto annuale Istat. A causa della pandemia, il processo di emancipazione femminile rischia di rallentare (o arrestarsi nei casi peggiori), azzerando la libertà di scelta e di auto-determinazione. Per una consistente e consapevole partecipazione delle donne al sistema economico l’indipendenza economica è invece essenziale (WEF, 2019) e, in proposito, occorre un approccio complesso e multisettoriale, tenendo conto oltre che del genere anche dell’età, del reddito e della posizione geografica. L’emergenza Covid-19 ha innescato dei cambiamenti e delle trasformazioni organizzative, che si auspica corroborino il coinvolgimento delle donne e dei giovani, come ricordato anche dalla Presidente della Comunità europea durante gli Stati generali. Recentissime a riguardo sono ad esempio le proposte per potenziare le politiche di genere e tutelare le donne di Asvis, che insistono soprattutto sulle variabili lavoro, digitalizzazione ed empowerment. Ricordano che i prossimi interventi per la ripresa sono l’occasione per un progetto d’intervento radicale sui vari gap di genere si potrà avviare un processo di rimozione delle disuguaglianze strutturali e di avvio di una ripartenza anche per tutte.

Riferimenti bibliografici

Asviv, 2020, Impatto Covid-19 Goal 5

Blaskò et al., 2020, How will the Covid-19 crisis affect existing gender divides in Europe?

Cnel, 2019, Donne invisibili nella società

Comitato di esperti in materia economica e sociale, 2020, Iniziative per il rilancio “Italia 2020-2022”

Eige, 2019, Gender Equality Index

Eu-silc, 2018, Indagine sul reddito e le condizioni di vita

Global Health 50/50, 2020, Resources on gender and secondary impacts of the Covid-19 pandemic

Istat, 2020, Rapporto annuale

Istat, 2020a, Fase 1: le giornate in casa durante il lockdown

Istat, 2020b, Le ricadute occupazionali dell’epidemia da Covid-19

Istat, 2019, Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo                                                                                

Lewis-Frayne et al., 2020, Investing in women: what women-led business in Italy and the UK need

Maglia E., 2020, Covid-19, decreti governativi ed effetti di genere,Ps/sp, Il Mulino, in pubblicazione

WeWorld, 2020, Mai più invisibili. Indice 2020 sulle condizioni di donne, bambini e bambine in Italia

World Economic Forum, 2019, Global Gender Gap Report

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