Perché legalizzare la cannabis: una analisi di costi e benefici

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The drug market is now established as the main business for criminal organizations. The prohibition policy has failed to reduce the consumption of drugs, but rather had the effect of increasing costs. Regulation and legalization of this market, in terms of costs and benefits to the community, would result in substantial net benefits, resulting primarily from the emergence of transactions, at this time, illegal.

Come noto, la proposta di 218 parlamentari per legalizzare la cannabis in Italia ha suscitato un vasto dibattito tra politici ed esperti sul tema. In tale confronto sono prevalse le posizioni ideologiche rispetto ad un’analisi rigorosa del fenomeno che potesse raffrontare laicamente costi e benefici di un intervento di regolamentazione di tale mercato. Recenti ricerche (David e Ofria, 2013; 2015; Esposito, 2016; Ofria, 2016) evidenziano che il provvedimento determinerebbe benefici netti consistenti per le casse dello Stato. Nei nostri precedenti lavori, supra citati, si è considerando il modello riportato in Fig. 1, che valuta i costi e i benefici dovuti alla legalizzazione della cannabis.

Fig. 1

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L’impatto netto della regolamentazione del mercato della cannabis si può determinare confrontandone costi e benefici.

I costi (C) li possiamo dividere tra quelli “diretti” (Cr) e quelli “indiretti” (Cs).

C = f (Cr, Cs)

I primi (Cr) sono legati alla regolamentazione del nuovo mercato legale (struttura dell’agenzia per la gestione di produzione e vendita, controllo sul rispetto della legislazione, sensibilizzazione ed informazione dei consumatori), e quantitativamente possono essere assimilati ai costi sostenuti per il controllo pubblico del consumo di tabacco e sigarette, che nella proposta parlamentare dovrebbero avere una regolamentazione molto simile a quella in ipotesi. I costi indiretti (Cs) potrebbero invece derivare da un eventuale aumento dei consumi di droghe leggere in seguito alla legalizzazione (ad esempio i costi sanitari di cura e disintossicazione). Le ricerche degli ultimi anni, basate sul caso olandese, dimostrano che tali costi sono molto ridotti (Boermans, 2010; MacCoun, 2011; Van Ours, 2012). Ma anche i primi dati dello Stato del Colorado, che nel gennaio 2014 ha autorizzato la produzione, il consumo e la vendita dei derivati della cannabis per uso ricreativo, dopo diciotto mesi di apertura dei dispensari, confermano tali ricerche. Un’indagine statistica del Dipartimento per La Salute Pubblica e l’Ambiente dello stato del Colorado (Colorado Gov, 2015), che ha coinvolto 17 mila ragazzi delle scuole medie e superiori, ha registrato un numero di studenti che hanno fatto uso di cannabis nel 2015 minore rispetto alle precedenti indagini del 2009 e del 2011 effettuate nello stesso Stato. Negli ultimi 30 giorni prima dell’intervista, solo il 21,2% ha consumato marijuana nel Colorado, stessa percentuale riscontrata negli altri stati USA (21,7%) dove il mercato della cannabis non è legale. Pertanto, il costo della regolamentazione del mercato delle droghe leggere (marijuana ed hashish) dovrebbe mantenersi molto ridotto, limitato alle sole spese per la relativa struttura amministrativa all’interno dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

I benefici della regolamentazione del mercato della cannabis sono molteplici e riguardano anche aspetti non quantificabili economicamente. Li possiamo dividere in benefici strettamente legati alla regolamentazione e quantificabili, e benefici non quantificabili legati indirettamente alla filiera di produzione e commercializzazione delle droghe leggere.

B = f (Sr, Gf, Op, Co),

dove i benefici diretti sono rappresentati dalla riduzione delle Spese di repressione (Sr), e dal maggiore Gettito fiscale (Gf), mentre i principali benefici indiretti sono il risultato di una migliore Qualità del prodotto venduto (Qp) e di un rilevante contrasto alla Criminalità organizzata (Co).

Nelle nostre ricerche, supra citate, abbiamo stimato sia i benefici diretti, cioè la riduzione delle Spese di repressione (Sr), sia l’impatto sul Gettito fiscale (Gf) della legalizzazione.

Per le spese di repressione si tratta principalmente dei minori costi che forze dell’ordine, magistratura e sistema carcerario si troverebbero ad affrontare se venisse cancellato il reato di produzione e vendita delle droghe leggere, le quali rappresentano oltre il 50% del mercato degli stupefacenti (Direzione Nazionale Antimafia, 2015). Il risparmio ammonterebbe a 541,67 milioni di euro per le minori spese di magistratura e carcerarie e 228, 37 mln€ relativi all’ordine pubblico ed alla sicurezza.

Il gettito fiscale, proveniente dalle imposte sulle vendite, ipotizzando un’aliquota simile a quella applicata per i tabacchi, circa il 75% del prezzo di vendita, lo ricaviamo dalla stima dei consumi di cannabis, secondo le rilevazioni dello studio AquaDrugs sui residui di sostanze stupefacenti nelle acque dei depuratori, moltiplicata per il relativo prezzo di mercato.

 

Tab. 1 Consumo di Cannabis anno 2011

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Fonte: Dipartimento politiche antidroga. Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri

 

Tab. 2 Simulazione dei Benefici ottenuti dalla legalizzazione delle droghe leggere in Italia

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Quindi, la stima dei benefici fiscali della legalizzazione delle droghe leggere in Italia, calcolata per l’anno 2011, varia dagli 8,7 ai 6,0 miliardi di euro. Stime confermate anche dai dati provenienti dal Colorado, il primo Stato Usa a legalizzare nel 2014 la cannabis per uso ricreativo (David, 2016).

A questi benefici diretti vanno aggiunti quelli indiretti:

a) Migliore qualità del prodotto: con il mercato delle droghe leggere in mano alle organizzazioni criminali nessun consumatore sa esattamente cosa sta assumendo. L’università di Berna nel 2016 ha analizzato 191 campioni di marijuana sequestrati sul territorio svizzero e ha scoperto che il 91% di questi risultava contaminato. Questa come altre inchieste hanno dimostrato come, mischiate con la cannabis venduta nei mercati illegali d’Europa, ci sia ammoniaca, lacca, lana di vetro e piombo. Ma anche alluminio, ferro, cromo, cobalto ed altri metalli pesanti altamente nocivi. Tutte sostanze che vengono aggiunte per aumentare il peso dell’erba ed avere più profitti, ma che possono causare al consumatore anche danni più gravi rispetto al THC. Un mercato regolamentato comporterebbe un controllo di qualità della filiera e meno rischi per i consumatori.

b) Segmentazione dei mercati: altro aspetto molto rilevante riguarda il passaggio dal consumo di droghe leggere a quello di droghe pesanti. Nella situazione attuale questo passaggio è incentivato dagli spacciatori che hanno tutto l’interesse a convincere il consumatore di droghe leggere (incapaci di creare dipendenza) a provare eroina, cocaina e droghe sintetiche (che invece creano dipendenza). Con la legalizzazione della cannabis i contatti tra i due mercati sarebbero meno frequenti, e si limiterebbe il passaggio dal consumo di droghe leggere a quello di droghe pesanti.

c) Contrasto alle mafie: nel caso italiano inoltre, la legalizzazione della cannabis, rappresenterebbe anche un’importante politica di contrasto alle organizzazioni criminali. Come segnalato dalla Direzione Nazionale Antimafia nella Relazione Annuale 2014, (pp. 354-355), se si volesse reprimere più efficacemente il traffico di droghe pesanti (eroina e cocaina) o impiegare più risorse in altri reati, andrebbe ipotizzata una regolamentazione delle droghe leggere. Tale provvedimento ridurrebbe contemporaneamente la liquidità delle organizzazioni criminali (spesso reinvestita nell’economia legale, alterando la concorrenza) ed il loro consenso sociale: nelle periferie urbane e tra gli strati più poveri della popolazione la prospettiva lavorativa offerta dalla criminalità organizzata con lo spaccio degli stupefacenti è molto più sicura e remunerativa di quella offerta dallo Stato. Legalizzando le droghe leggere si dimezzerebbe per le mafie la liquidità proveniente dallo spaccio di stupefacenti e si ridurrebbe il consenso sociale.

Infine alcune considerazioni conclusive. Quello delle droghe è un mercato a tutti gli effetti, dove si incontrano una domanda ed un’offerta, e lo scambio avviene con il reciproco consenso. Droghe e prostituzione infatti per il Sistema Europeo dei Conti Nazionali vanno incluse nella produzione nazionale – l’ISTAT (2017) stima il fatturato dei due mercati in 15,8 miliardi di euro nel 2015- e vengono sommate nel calcolo annuo del PIL.

A questo si aggiunge che il consumo di droghe leggere è ormai un fenomeno di massa. Secondo l’Osservatorio europeo delle droghe: il 19% dei ragazzi italiani tra i 15 ed i 34 anni, ha fatto uso di cannabis nel corso degli ultimi dodici mesi: una percentuale inferiore in Europa solo a quella della Francia. E come tutti i fenomeni di massa è più efficace regolarlo che proibirlo: impedire l’accesso al mercato legale sposta solo i consumatori su quello illegale, non riduce la domanda.

Per tali ragioni, soprattutto nelle economie più avanzate come gli USA o il Canada, dove hanno minore influenza stigma morali o religiosi, ci si sta avviando velocemente verso la regolamentazione del mercato legale della cannabis. E considerati i risultati positivi di questi primi anni di legalizzazione è verosimile aspettarsi che altre economie capitalistiche seguiranno l’esempio degli USA. Pertanto, ritornando al dibattito italiano, la domanda da porsi non è “perché legalizzare”, ma “quando”.

 

*Postdoctoral researcher presso l’Università degli Studi di Messina

** Professore associato presso l’Università degli Studi di Messina

 

Riferimenti bibliografici

 

Boermans M. A. (2010) An economic perspective on the legalisation debate: the dutch case, Amsterdam Law Forum, University Amsterdam.

Colorado Gov (2015) Marijuana Use Among Youth in Colorado https://www.colorado.gov/pacific/sites/default/files/PF_Youth_MJ-Infographic-Digital.pdf

David P. (2016) Cannabis, quanta paura per una pianta, Lavoce.info, 02 agosto.

David, P., & Ofria, F. (2013). Non-observed economy and public finance: the impact of legal drug market. Quality – Access to Success, 14(S2), 45-52.

David, P., & Ofria, F. (2015) Droghe leggere: la legalizzazione è un buon affare, Lavoce.info, 19 agosto.

Direzione Nazionale Antimafia (2015), Relazione annuale sulle attività svolte dal Procuratore nazionale antimafia e dalla Direzione nazionale antimafia nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo 1° luglio 2013 – 30 giugno 2014,    http://www.camera.it/temiap/ 2015/03/04/OCD177-1033.pdf

Esposito, M. (2016). Gli effetti economici della liberalizzazione della cannabis in Italia. Liuc Papers, 301, pp. 56.

ISTAT (2017) L’economia non osservata nei conti nazionali, Report, 11 ottobre, http://www.istat.it/it/files/2017/10/Economia-non-osservata_2017.pdf?title=Economia+non+osservata+-+11%2Fott%2F2017+-+Economia+non+osservata_2017.pdf

MacCoun, R. J. (2011). What can we learn from the Dutch cannabis coffeeshop system?. Addiction, 106(11), 1899-1910.

Ofria F. (2016) L’impatto economico della legalizzazione delle droghe in Italia, Audizione Parlamentare in Commissioni Riunite “Giustizia” e “Affari Sociali” (26 maggio)
http://www.camera.it/leg17/1099?slAnnoMese=201605&shadow_organo_parlamentare=2076&submit1=invia

Van Ours, J. C. (2012). The long and winding road to cannabis legalization. Addiction, 107(5), 872-873.

 

 

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