Corretta la previsione sul Pil 2013 elaborata da Economia e Politica nell’autunno 2012
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In questo lavoro si analizza l’impatto che gli investimenti pubblici in R&S hanno sulla crescita economica e l’attività innovativa del settore privato. Applicando un modello econometrico basato sul Local-Projection, i risultati mostrano che la spesa pubblica in R&S è associata a moltiplicatori fiscali maggiori di quelli che emergono per altre componenti della spesa pubblica. Dai risultati dell’analisi emerge inoltre che tale tipologia di spesa pubblica è in grado di generare effetti di spillover all’interno del sistema economico, producendo un effetto di crowding-in sulla R&S privata.
1 – Sono passati nove anni dalla morte di Augusto Graziani[1]. Siamo in piena discussione pubblica e politica sull’autonomia differenziata e può essere interessante, per ricordarlo, utilizzare le […]
Si dice che i mercati abbiano un modo sicuro per prevedere il futuro: farlo accadere. Fare accadere il futuro è opera dei Diavoli, come l’autore di bestseller di […]
Una quarantina di anni fa, nelle “stanze dei bottoni” delle società occidentali si affermò l’idea che per sradicare l’inflazione e favorire la stabilità del Pil e dell’occupazione occorresse […]
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Grazie all’analisi dei dati appena pubblicati dal Ministero dell’Economia e Finanze sulla base delle dichiarazioni presentate all’Agenzia delle entrate nel 2021, sui redditi percepiti nel 2020, i ricercatori del collettivo #mapparoma Keti Lelo, Salvatore Monni e Federico Tomassi ci mostrano gli effetti del primo anno di pandemia sul reddito dei romani. Rispetto al 2019 è proprio “la città ricca” ad aver maggiormente incrementato il proprio reddito (+464 euro), seguita a distanza dalla “città compatta” (+206) e storica (+102), mentre la “città dell’automobile” è cresciuta poco (+32) e si è invece ridotto il reddito nella città del “disagio” (-84) e “campagna” (-53).
Mentre imperversa salvifico il PNRR con i suoi 235 miliardi di euro (incluso 15,6 Mrd di FSC, 30,6 Mrd di FNC e 13 Mrd di React EU) di cui 122,6 Mrd di prestiti, il nuovo Accordo di Partenariato 2021-2027 è giunto ormai alla sua versione finale. Si tratta di un documento che conclude una fase e avvia di fatto l’attuazione della nuova programmazione della politica di coesione europea, con un quadro di riferimento molto complesso e una concentrazione di risorse per lo sviluppo territoriale mai così ricco. Un quadro di opportunità rilevante con un protagonismo territoriale ulteriormente amplificato e un ruolo dei Programmi Nazionali importante in chiave di auspicata sinergia con gli interventi del PNRR. Emerge, tuttavia, anche un quadro di rischi cui prestare particolare attenzione, con una concentrazione di spesa pubblica senza precedenti, sovrapposizioni temporali di strumenti programmatici, una geografia nuova del livello di sviluppo delle regioni e performance attuative dei Programmi 2014-2020 – soprattutto in termini di efficacia – spesso non entusiasmanti