Capitale umano e sviluppo sostenibile

Il capitale umano è considerato il principale propulsore della crescita economica di un paese. Inoltre, le (maggiori) competenze, conoscenze ed esperienze degli individui sono necessarie per accrescere la sensibilità ai temi ambientali, al fine di ridurre lo sfruttamento delle risorse naturali (specialmente di quelle non rinnovabili) e di promuovere l’utilizzo di energie alternative e di tecnologie sempre più efficienti ma allo stesso tempo rispettose dell’ambiente.
Tuttavia, lo stretto legame tra sviluppo sostenibile e capitale umano è stato analizzato, in modo approfondito, solo recentemente e con analisi di tipo prevalentemente empirico.
Passando in rassegna i lavori che evidenziano la relazione tra sviluppo sostenibile e capitale umano, sviluppando un modello teorico di base per le analisi empiriche ed eseguendo, infine, una analisi empirica (tra paesi e per diversi periodi di tempo), questo capitolo si propone di dare un contributo “generale” a questa non ancora affermata ma crescente letteratura.
Il principale risultato del lavoro è che il capitale umano non è soltanto il motore della crescita economica ma può essere anche l’artefice del passo successivo: lo sviluppo sostenibile.

I costi e le prospettive della guerra di logoramento in Ucraina

Ormai è chiaro che il conflitto russo-ucraino ha assunto le caratteristiche di una tipica guerra di logoramento, in cui la vittoria (se di vittoria si può parlare) è riservata alla parte che resisterà di più sul piano delle risorse umane e materiali. Secondo alcune stime (ed è difficile farne con la guerra in corso, quando le informazioni sono in gran parte manipolate dalla propaganda) il costo mensile della guerra per Russia, Ucraina e le nazioni che sostengono l’Ucraina si aggirerebbe intorno ai 25 miliardi di dollari.

I limiti dello sviluppo turistico nel Mezzogiorno: il caso della Provincia di Lecce

In questo articolo è stato trattato il cambiamento strutturale dell’economia della provincia di Lecce negli ultimi decenni e le criticità del settore turistico. Con riferimento a quest’ultimo aspetto, si è messo in evidenza che il turismo non genera crescita e che è semmai lo sviluppo locale a essere un prius rispetto all’aumento degli afflussi. Il settore è anche caratterizzato da stagionalità e retribuzioni molto basse. Il passaggio dalla produzione di tabacco alla monocultura dell’olio al turismo conferma, tuttavia, per questa area la scarsa propensione all’accumulazione di capitale e il suo essere zona periferica nell’ambito dello sviluppo capitalistico globale.

L’euro una valuta solo ‘regionale’

La nota che segue analizza i dati della modesta performance dell’euro quale valuta di riserva internazionale (IC) e, dunque, la sua del tutto parziale capacità di risultare uno strumento di pagamento e di riserva di valore alternativo al dollaro statunitense. La nostra nota non ha dunque ambizioni interpretative delle mutazioni che intercorrono tra le principali valute. Ben profondi sono i sommovimenti storici che portano a variazioni del paradigma monetario internazionale.

Spesa pubblica, moltiplicatori fiscali e sostenibilità del debito pubblico

In questo lavoro si quantificano gli effetti della spesa pubblica e delle sue componenti, ossia i consumi e gli investimenti pubblici, sul livello del prodotto interno lordo e sul rapporto debito pubblico/PIL. Applicando un modello econometrico basato sul Local-Projection ad un panel di 14 Paesi OCSE, i risultati mostrano che i moltiplicatori della spesa pubblica totale sono positivi e intorno all’unità e i moltiplicatori degli investimenti pubblici sono più alti di quelli dei consumi. Quando si analizzano gli effetti delle politiche fiscali espansive sulla sostenibilità del debito pubblico, si osserva che tutti gli stimoli fiscali conducono ad una riduzione del rapporto debito/PIL, ma gli investimenti pubblici sono lo strumento più efficace per promuovere la sostenibilità del debito pubblico

Una ipotesi di rafforzamento della Pubblica Amministrazione nel Mezzogiorno

This paper deals with regional divergences in Italy. It is shown that it depends on phenomena of circular cumulative causation, based on Gunnar Myrdal (1957), amplified by the worsening performance of the public sector in Southern Italy. On the economic policy ground, it is suggested a special plan devoted to hiring workers in the public sector of the South and of incentive to increase productivity.

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