Espansioni della domanda e partecipazione femminile alla forza lavoro: nuove evidenze empiriche

Il recente interesse per le disuguaglianze di genere, segnalato dalla crescente presenza nei dibatti politici ed economici, è certamente una novità positiva. Per quanto riguarda la narrativa economica (divulgativa e accademica), forse mai come lo scorso anno ci si è concentrati sulla problematica dell’occupazione femminile e della partecipazione delle donne alla forza lavoro, una tematica che ha anche portato l’economista americana Claudia Goldin a ricevere il Premio Nobel per l’economia.

Domanda autonoma e offerta aggregata negli Stati Uniti (1970-2021): un test sull’ipotesi di ‘positive hysteresis’

A partire dai lavori di Blanchard e Summers (1986) e, in particolare, di Ball (1997, 1999, 2014), numerosi autori hanno proposto diversi argomenti volti a spiegare come un cambiamento della domanda aggregata possa avere effetti persistenti (e permanenti) sul livello del PIL. Tale fenomeno è noto come isteresi.

L’evoluzione delle disuguaglianze socioeconomiche nei censimenti dal 1981 al 2021: il caso delle 155 Zone urbanistiche di Roma

The aim of this paper is to provide a preliminary analysis of the data from the 2021 census recently published by Istat and comparing it with the four previous censuses. For the first time, alongside the new data from the 2021 census, we also present the census data from 1981, 1991, 2001 and 2011 for the 155 Districts of Rome. The data refer to all the censuses since the created Districts of Rome in 1977, allowing us to compare the socio-economic changes in the city over the last 40 years. This analysis offers insights into the trends that have characterized the city over almost half a century.

Obiettivo del presente saggio è fornire una prima analisi dei dati del censimento 2021 da poco pubblicati dall’Istat confrontandoli con i quattro censimenti precedenti. Per la prima volta, insieme ai nuovi dati del censimento 2021, presentiamo anche i dati dei censimenti 1981, 1991, 2001 e 2011 per le 155 zone urbanistiche di Roma. Si tratta di tutti i censimenti da quando nel 1977 sono state istituite le zone urbanistiche di Roma, che ci consentono di confrontare gli ultimi 40 anni dei cambiamenti socio-economici della città. Non più quindi solo una fotografia dell’esistente, ma uno sguardo alle tendenze che hanno caratterizzato la città in quasi mezzo secolo.

L’Economia della Previdenza Sociale in un modello di circuito monetario

Dinanzi alle problematiche di sostenibilità dei tradizionali sistemi previdenziali, la maggior parte dei policy makers propone l’espansione dei sistemi a capitalizzazione pre-finanziati e la progressiva privatizzazione del sistema pensionistico. Dal punto di vista della teoria economica, però, le analisi che si celano dietro soluzioni simili si fondano su poco realistiche ipotesi neoclassiche ed, inoltre, tendono anche a trascurare i feedback che esistono tra i meccanismi di distribuzione dei sistemi previdenziali e l’economia nel suo complesso. In questo paper, seguendo invece la tradizione italiana della teoria del Circuito Monetario, proponiamo un’estensione del modello pensato da Augusto Graziani al fine di includervi anche i sistemi pensionistici ed i loro effetti reali e finanziari. Il framework teorico proposto evidenzia infatti il ruolo dei meccanismi distributivi previdenziali per il mondo della finanza e svela anche i rischi macroeconomici finanziari che i fondi pensione gestiti dalle grandi società finanziarie possono avere nei Paesi finanziariamente più deboli come l’Italia. Il modello, inoltre, dimostra che ciò di cui più necessitano i sistemi pensionistici è semplicemente una lungimirante politica economica in grado di incrementare crescita e produttività, combinata con una politica di distribuzione del reddito pro-labour.

Spesa pubblica e salari più alti per ridurre il dualismo territoriale in Italia

L’atavico dualismo economico tra Nord e Sud Italia è stato tradizionalmente combattuto con politiche economiche dal lato dell’offerta. Flessibilità salariale e occupazionale, deregolamentazioni e incentivi alle imprese sono tra le più citate misure alla base di queste prescrizioni di policy, ben rappresentate nell’ambito dell’Unione europea dalle periodiche country specific recommendation della Commissione.

Lavoro povero nella Città Metropolitana di Napoli – 2021

Queste pagine intendono fornire un quadro del fenomeno del lavoro povero nella Città Metropolitana di Napoli nell’anno 2021. Il principale contributo consiste nel comparare – incrociando microdati aziendali con dati settoriali – i livelli retributivi con elementi della struttura del mercato del lavoro e dei vari settori produttivi. Da questa prima analisi il fenomeno del lavoro povero risulta inversamente correlato con tutte le variabili che rafforzano il potere contrattuale dei lavoratori. Si registra una correlazione negativa con dimensione d’impresa, produttività, quota salari sul valore aggiunto e retribuzioni tabellari contrattuali. Emerge invece una correlazione positiva con la diffusione di tipologie contrattuali atipiche e di lavoro irregolare. Secondo questa impostazione – che annovera fra lavoratori poveri coloro che percepiscono un reddito annuale lordo inferiore al 60% di quello medio nazionale, quindi inferiore a 12.978 Euro – risulta povero Il 34% dei circa 400 mila lavoratori regolari del settore privato. Emergono numeri allarmanti, con natura di emergenza sociale e che si amplificano se si tiene conto anche del lavoro irregolare.

I limiti dello sviluppo turistico nel Mezzogiorno: il caso della Provincia di Lecce

In questo articolo è stato trattato il cambiamento strutturale dell’economia della provincia di Lecce negli ultimi decenni e le criticità del settore turistico. Con riferimento a quest’ultimo aspetto, si è messo in evidenza che il turismo non genera crescita e che è semmai lo sviluppo locale a essere un prius rispetto all’aumento degli afflussi. Il settore è anche caratterizzato da stagionalità e retribuzioni molto basse. Il passaggio dalla produzione di tabacco alla monocultura dell’olio al turismo conferma, tuttavia, per questa area la scarsa propensione all’accumulazione di capitale e il suo essere zona periferica nell’ambito dello sviluppo capitalistico globale.

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